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Verso la maturità digitale. Cosa ci dice Google

Verso la maturità digitale. Cosa ci dice Google

Nell’ultimo anno gli inserzionisti hanno affrontato un grande cambiamento che si ripercuoterà negli anni successivi. Molte aziende hanno risposto velocemente a questo cambiamento, mentre altre sono state più lente.

Google, in un articolo pubblicato su Think With Google ci dice:
“Un nuovo studio del Boston Consulting Group (BCG) e di Google mostra che coloro che sono più maturi digitalmente hanno gestito i cambiamenti con resilienza. Lo studio rivela che gli inserzionisti con un livello digitale più avanzato hanno il doppio delle probabilità di accrescere la loro quota di mercato in un periodo di 12 mesi, superando i loro pari meno avanzati sia in termini di entrate che di efficienza dei costi.1 Con appena il 9% dei brand attualmente classificati come digitalmente maturi,2 ci sono opportunità per altri di unirsi alla corsa.”

Questa analisi ha evidenziato quattro zone su cui le aziende dovranno porre attenzione per accrescere e accelerare la propria maturità in termini di Digital Marketing. Tutti e quattro i punti hanno due punti in comune: valore e fiducia verso il consumer. Se questi due punti verranno collocati al centro  della propria strategia, gli advertiser avranno quella marcia in più per poter accelerare il processo.

Consideriamo i quattro punti:

1. Costruire un ciclo virtuoso intorno ai dati proprietari

Sempre da Google: “L’utilizzo dei dati proprietari (informazioni condivise direttamente dalle persone con il loro consenso) fornisce ai brand insight sui clienti, avvantaggiandoli in termini di competitività. Richiede alle aziende di comprendere meglio l’origine e la qualità dei dati, aiutandole a soddisfare i nuovi cambiamenti normativi e i problemi relativi alla privacy.

Una strategia efficace sui dati proprietari deve essere ancorata a pratiche sicure per la privacy e costruita sulla fiducia. I professionisti del marketing più maturi costruiscono la fiducia nel tempo creando un convincente scambio di valore bidirezionale per i loro clienti. Ciò incoraggia le persone a condividere i propri dati in cambio di nuove e apprezzate funzionalità, come contenuti premium oppure offerte esclusive. I test aiutano a identificare i tipi di scambi di valore che portano a un’ulteriore condivisione dei dati, creando un ciclo virtuoso con i clienti, intorno ai dati proprietari. Se non propongono uno scambio di valore, le aziende possono avere difficoltà a costruire la fiducia con il loro pubblico. Ciò rende l’accesso ai dati proprietari più difficile.”

2. Investire nella misurazione end-to-end

Il Sacro Graal del marketing è essere in grado di misurare l’impatto delle diverse interazioni del consumatore lungo il percorso di acquisto, indipendentemente dal canale. Ciò diventerà sempre più impegnativo con le nuove normative sulla privacy e con la rimozione dei cookie di terze parti. Raggiungere la misurazione end-to-end è un processo complicato e dare priorità ad alcune aree è importante.

3. Scegliere l’agilità

Nel momento in cui gli inserzionisti raggiungono il giusto livello di agilità, la produttività può migliorare di tre volte e le nuove funzionalità del prodotto possono essere rilasciate in settimane o mesi, piuttosto che in trimestri o anni.4 Tuttavia, adottare un approccio agile non è facile. E i dirigenti devono essere disposti a cambiare i loro vecchi modi di lavorare.

4. Accogliere nuove competenze e partnership

Molte aziende soffrono una carenza di personale tecnicamente qualificato che non permette loro di stare al passo con il ritmo dei cambiamenti che avvengono nel settore. Nonostante un certo numero di brand stia lavorando con fornitori esterni per acquisire le competenze di cui hanno bisogno, ciò porta a due sfide: garantire un accesso adeguato ai talenti e stabilire l’equilibrio ottimale tra le risorse interne ed esterne.

La corsa alla maturità digitale sarà vinta da chi è veloce e le aziende meno mature devono accelerare i loro sforzi per mettersi al passo. Può sembrare scoraggiante, ma non è impossibile.

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